Stando a quanto dichiarato dal Ten. Col. Fabio Antonacchio, Capo Ufficio Operazioni del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria di Milano “nel nostro Paese le valute virtuali si utilizzano anche come strumento per riciclare denaro derivante dal compimento di attività delittuose, dovuto alla possibilità apparente di celare la propria identità”. Una possibilità apparente, appunto, visto che come dimostrato durante il convegno dal dott. Andrea Aymerich, gli algoritmi creati dalla società americana Chainalysis sono in grado di risalire all’identità di entità legate ad attività potenzialmente illecite, tanto da avere delle cooperazioni aperte con i principali organi investigativi in reati finanziari in Italia e che coinvolgerebbe “solo lo 0,15% dell’ammontare complessivo di tutte le transazioni in criptovalute”.
Se ne è parlato ieri al convegno Criptovalute e Riciclaggio organizzato dal Centro Studi Fiscal Focus presso lo Scandinavian Una Hotel di Milano ed a cui hanno partecipato anche l’On. Davide Zanichelli (Commissione Finanze), il dott. Federico Luchetti (direttore generale dell’OAM), la dott.ssa Marcella Cardonna (Presidente ODEC di Milano), il prof. Giuseppe Miceli (Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’arte), la dott.ssa Martina Cont (AML Supervisor Deloitte), il dott. Andrea Aymerich e l’avvocato Massimo Simbula.
Per il Ten. Col. Antonacchio “l’assenza di una adeguata consapevolezza di chi investe in questi progetti esprime la necessità di una educazione finanziaria per orientare gli investimenti in questo settore ad altissimo rischio” e che in molti casi induce il consumatore ignaro ad inciampare in vere e proprie truffe.
Ma le iniziative legislative che si stanno portando avanti a livello europeo cambieranno anche la prospettiva del controllo da parte delle autorità competenti. Un controllo fino ad ora reso molto complicato dalla complessità degli strumenti cripto.
Per esempio, precisa il Ten. Col. Antonacchio, “la modifica del regolamento del travel rule, imporrà la necessità per gli operatori finanziari di raccogliere le informazioni sull’identità dei soggetti che operano transazioni attraverso cripto-attività e che verranno poi messe anche a disposizione su richiesta dell’autorità di controllo”.
Una importante novità in questo senso consisterà nell’entrata in vigore del Cripto Asset Reporting Framework, la nuova proposta dell’OCSE, che sulla base di un accordo tra Stati consentirà lo scambio automatico tra Paesi di informazioni fiscali riconducibili a transazioni in cripto-monete. “Sulla base di questo accordo – continua il Ten. Col. Antonacchio – l’Italia riceverà le informazioni relative a wallet che cittadini residenti in Italia hanno aperto nei Paesi che aderiranno a questo accordo, con conseguenze importanti per le attività di riciclaggio”.