La pace non fatta

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Oggi è l’ultimo giorno per salvare i piani di versamento relativi alle procedure di Rottamazione-ter e Saldo e Stralcio di cui agli articoli 3 e 5 del Decreto-Legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2018, n. 136, all’articolo 16-bis del Decreto-Legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58, e all’articolo 1, commi 190 e 193, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145. Conti alla mano, computando anche il periodo di tolleranza riconosciuto dal Legislatore, il 14 dicembre 2021 è la deadline per la rimessione in termini, così come prevista dall’articolo 1 del DL Fisco-Lavoro e modificata in sede emendativa. Di fatto una proroga sulla parola, mancando ad oggi l’approvazione definitiva della sua Legge di conversione.

Nel corso dei lavori parlamentari delle Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato emerse chiaramente l’esigenza di concedere più tempo ai contribuenti impegnati nelle citate procedure di definizione agevolata. Il rilancio continuo delle scadenze, infatti, aveva cumulato al 30 novembre 2021 due anni di rate da versare, quelle da corrispondere nell’anno 2020 e quelle previste per il 28 febbraio, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio 2021. Troppo anche per il contribuente più avveduto.

Consapevoli di tale imminente necessità solo il 2 dicembre 2021, a termini ormai scaduti, in Senato veniva approvato l’emendamento proposto dal Governo che fissava nuovamente, questa volta al 9 dicembre 2021, il termine ultimo affinché i predetti versamenti potessero considerarsi tempestivi e, quindi, il loro ritardo non potesse determinare l’inefficacia delle definizioni agevolate interessate. Anche in questo caso si prevedeva l’applicazione dell’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018 secondo il quale è ammissibile un versamento tardivo, al massimo di 5 giorni, rispetto alla scadenza nuovamente determinata. Da qui il 14 dicembre 2021, ovvero il quinto giorno successivo a quello previsto dall’emendamento.

La speranza dell’esecutivo era quella di arrivare al 14 dicembre 2021 avendo già incassato la conversione in Legge del DL Fisco-Lavoro, la cui procedura deve comunque concludersi entro il 22 dicembre 2021. Giorno dopo giorno, speranza irrimediabilmente dissolta al flebile sole d’inverno. Oggi i contribuenti sono chiamati a versare le somme dovute nel 2020 e 2021 per Rottamazione-ter e Saldo e stralcio sulla base di un emendamento che, non ancora entrato in vigore, è già vecchio.

Una modifica, con tutta obiettività, che poco aveva aggiunto rispetto ai precedenti tentativi di proroga. Cosa sarebbe potuto accadere con soli 14 giorni in più a disposizione? Davvero poco. Si colga come in tema di definizioni agevolate anche il ritardo di un solo giorno nel versamento degli importi dovuti è tale da costituire una causa di inefficacia dell’intera procedura, tale da cancellarne i suoi effetti, anche se dovesse trattarsi dell’ultima rata del piano. Un solo giorno di ritardo determina sanzioni piene, interessi di mora e tutti gli altri oneri che ordinariamente la riscossione mediante iscrizione a ruolo prevede.

Nel caso di specie, in particolare, non è applicabile nemmeno l’articolo 15, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 in tema di lieve inadempimento delle somme dovute a seguito dell’attività dell’Agenzia delle Entrate. La tolleranza prevista per le piccole difformità, quali il versamento in ritardo di sette giorni rispetto alla scadenza fissata, è normativamente applicabile ai soli piani di rateazione emessi ai sensi dell’articolo 3-bis del Decreto Legislativo n. 462 del 1997, ovvero agli importi dovuti in ragione dei controlli automatici effettuati ai sensi degli articoli 36-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 e 54-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1972, n. 633, e dei controlli formali effettuati ai sensi dell’articolo 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.

Quella della riscossione, non solo relativa alle procedure di definizione agevolata di Rottamazione-ter e Saldo e stralcio, è la principale questione sul tavolo del Governo. Probabilmente la più scottante. Pur volendo ammettere i limiti di bilancio, che non consentirebbero una diversa pianificazione finanziaria nel tempo, è inammissibile come si continui ad ignorare il tema delle rateazioni delle somme riscosse mediante iscrizione a ruolo. Per i piani decaduti successivamente all’avvento della pandemia, infatti, l’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 non consente la presentazione di istanze aventi ad oggetto nuove dilazioni di pagamento se le rate scadute non siano integralmente saldate. Un sostanziale blocco della rateazione, per vecchi e nuovi importi dovuti.

A fronte dell’annunciata valanga di piani di versamento che inevitabilmente decadranno sotto il carico delle rate non versate, nulla è stato fatto in sede di conversione del DL Fisco-Lavoro. Il testo, oggi all’esame della Camera dei Deputati, con ogni probabilità non subirà modifiche rispetto all’ultima versione approvata dall’assemblea del Senato, anche a causa degli stretti tempi di conversione in Legge. A soli 8 giorni dal termine ultimo per la sua conversione, ancora nessun emendamento è stato ufficialmente depositato.