I conti non tornano. Chiesti chiarimenti sull’operato di Poste Italiane

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Rimanere soli e non riuscire a monetizzare il credito in tempi certi. Questo è il peggiore incubo di ogni operatore economico impegnato nelle cessioni del credito e sconto sul corrispettivo, quello di non trovare soggetti disponibili ad acquistare i crediti di imposta trasferibili ai sensi dell’articolo 121 del DL n. 34 del 2020 e disposti a pagarli in tempi ragionevoli. Il collo di bottiglia che tutti avrebbero voluto evitare, tuttavia, rischia di materializzarsi, a causa di chi meno ti aspetti.

Poste Italiane SPA è uno dei principali interlocutori finanziari impegnati nell’anticipazione finanziaria dei crediti di imposta conseguenti alle detrazioni del comparto edilizio. Sin dal primo momento, quando gli altri colossi del settore erano in grandissimo ritardo e in notevoli difficoltà operative, Poste Italiane SPA ha rappresentato la principale valvola di sfogo di moltissimi operatori del settore, passaggio mediante il quale monetizzare i crediti maturati o successivamente acquisiti; soprattutto per le numerose imprese che hanno provveduto a cedere a Poste Italiane i crediti maturati nell’esecuzione dei lavori mediante il meccanismo dello sconto sul corrispettivo.

Il suo è stato un ruolo importantissimo, almeno fino al mese di ottobre 2021. Forse a causa delle novità collegate al DL Anti-frodi, la società a prevalente partecipazione statale ha iniziato ad accumulare ritardi nella lavorazione delle pratiche, senza alcuna apparente giustificazione. A decorrere dal mese di novembre 2021, in particolare, il termine contrattualmente previsto per la lavorazione della pratica e l’accettazione del credito, fissato in venti giorni lavorativi, oggi portato a sessanta, nella maggior parte dei casi non è stato più rispettato. Di punto in bianco.

Pratiche divenute ostaggio di se stesse, per le quali nella maggior parte dei casi Poste Italiane SPA non ha proceduto né all’accettazione né al rifiuto dei crediti ricevuti. Un “limbo”, così viene definito dal Senatore Pasquale Pepe protagonista dell’interrogazione parlamentare n. 4-06450 del 13 gennaio 2021. Secondo l’istante, data la centralità di Poste Italiane SPA nello scenario dello sconto in fattura e della cessione del credito, questi ritardi stanno creano enormi problemi di liquidità lungo tutta la filiera del recupero edilizio. Avendo le imprese programmato di incassare in un determinato lasso di tempo che, però, non viene più rispettato, la liquidità scarseggia, come le opportunità di avviare nuovi cantieri, svaniti nell’incertezza.

Nella sua denuncia il Senatore Pepe, in quota Lega, evidenza come Poste Italiane SPA non fornisca alcun tipo di informazione sulla motivazione dei ritardi, né si adopera per rispondere alle richieste da parte delle imprese che non riescono ad interagire con la società. Secondo il Senatore “mancano comunicazione, chiarezza e trasparenza”. Chiude la sua interrogazione chiedendo di sapere se il Ministro delle Economia e delle Finanze “sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di sua competenza intenda assumere affinché Poste italiane S.p.A. proceda nei termini contrattuali ad accettare o rifiutare le cessioni dei crediti con immediatezza, per consentire alle imprese di disporre dei propri crediti”.

Il Senatore Pepe ha indubbiamente centrato il tema. Poste Italiane, che sembrava essere un partner affidabile, oggi si rivela sensibilmente più lento del passato. Per le imprese il tempo di liquidazione della pratica acquisisce assoluta centralità, ben oltre gli oneri finanziari da sostenere per l’anticipazione del credito. Considerando che oggi si cedono i crediti acquisiti nei mesi passati, questo cambio di passo ha reso in ginocchio tutte quelle imprese che avevano fatto i conti con le logiche del passato. Conti che oggi non tornano.