Conversione DL Fiscale: la riscossione ruba la scena

Studio SalvettaArchivio, Fiscal Focus

Continuano i lavori per la conversione in Legge del DL n. 146 del 2021 avente ad oggetto le misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. Presso le Commissioni 6° e 11° riunite del Senato sono stati definiti gli emendamenti da sottoporre al vaglio dei senatori. Su tutti, è il tema della riscossione a rubare la scena.

Numerose sono state le proposte di modifica dell’articolo 1 relativo alla rimessione in termini per le procedure di definizione agevolata della Rottamazione-ter e del Saldo e stralcio di cui agli articoli 3 e 5 del Decreto Legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2018, n. 136, all’articolo 16-bis del Decreto Legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58, e all’articolo 1, commi 190 e 193, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145. L’elemento comune di tutte le proposte di modifica è quello di posticipare il termine di versamento entro il quale recuperare le rate del 2020 e del 2021 non versate nei termini previsti dalle singole disposizioni agevolative. Tutti gli emendamenti si caratterizzano, inoltre, per la possibilità di disporre un pagamento frazionato.

Il tema della decadenza viene affrontato anche per i versamenti dovuti in ragione della rateizzazione ottenuta a seguito della comunicazione prevista dagli articoli 36-bis e 36-ter del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e dall’articolo 54-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 1972, n. 633, le cui singole rate siano in scadenza nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e la data di entrata in vigore del Decreto Legge in commento. L’emendamento 1.31 presentato a firma Marino e Carbone mira a considerare tempestivi, senza applicazione di ulteriori sanzioni e interessi, i versamenti omessi se effettuati entro il 31 dicembre 2021. Qualora dovesse passare, tale disposizione consentirebbe ai numerosi contribuenti che siano decaduti dai piani di rateazione rilasciati su avvisi bonari, a causa del mancato pagamento di due rate consecutive, di recuperare il tempo perduto e, contestualmente, salvarsi dalla decadenza del provvedimento rateale prevista dall’articolo 15-ter del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Un aspetto del tutto dimenticato nella produzione legislativa in tempi di emergenza.

Fra gli emendamenti degni di nota quelli relativi al tentativo di neutralizzazione dell’articolo 48-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 avente ad oggetto il blocco sui pagamenti della Pubblica Amministrazione nei casi in cui il contribuente sia inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari ad almeno 5.000 euro. Sul punto si segnala l’emendamento 2.0.1 a firma Vitali, Toffanin, Mallegni secondo il quale l’articolo 48-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, resta privo di qualunque effetto se il contribuente, attivata la verifica, regolarizzi la posizione mediante il pagamento delle somme richieste dall’ente impositore, sempre che il pagamento avvenga durante l’espletamento e, quindi, prima del provvedimento di aggiudicazione.

Al fine di favorire il versamento degli importi dovuti non passa inosservato l’emendamento 1.0.17 a firma Bagnai, Siri, Montani, Borghesi, Romeo, De Vecchis, Pizzol, Alessandrini, Zuliani avente ad oggetto il tentativo di Rottamazione-quater. La proposta prevede che i debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2019 potranno essere estinti secondo le note modalità di cui all’articolo 3 del Decreto Legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2018, n. 136, senza corrispondere le sanzioni comprese in tali carichi, gli interessi di mora di cui all’articolo 30, comma 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, ovvero le sanzioni e le somme aggiuntive di cui all’articolo 27, comma 1, del Decreto Legislativo 26 febbraio 1999, n. 46. Di tenore diverso, ma finalizzato alla risoluzione dello stesso problema, l’emendamento 1.0.18 a firma Dell’Olio, Puglia, Matrisciano che prevede la garanzia su finanziamenti destinati alla copertura di piani straordinari di pagamento dei debiti di natura fiscale e contributiva, la cui durata può raggiungere quindici anni.

Tante proposte, infine, per migliorare le condizioni dei piani di rateazione delle somme iscritte a ruolo emessi ai sensi dell’articolo 19 del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, con previsione di piani ordinari fino a 120 rate e richieste semplificate per debiti inferiori a 100 mila euro.

Nel mentre arriva dal Governo la notizia dell’accordo politico sulla imminente riduzione delle imposte. Il taglio riguarderà essenzialmente la fascia dei contribuenti appartenenti al terzo scaglione Irpef compreso tra 28 e 55 mila euro, con una riduzione delle aliquote, e l’eliminazione dell’Irap per tutte le persone fisiche. In particolare verrà eliminato uno scaglione, con un ritocco verso il basso delle percentuali di imposizione tributaria. Un accordo che vale 8 miliardi di euro dal quale uscirà la nuova imposta sul reddito delle persone fisiche, così composta: alla fascia di reddito fino a 15 mila resterà l’aliquota del 23%, a quella da 15 a 28 mila l’aliquota scenderà al 25%, quella da 28 a 50 sarà pari al 35%, mentre oltre i 50 mila si applicherà direttamente il 43%.

Le premesse si rivelano interessanti. Non resta che attendere.